Jayme Joe dalla sala mensa, e incamminatasi per il corridoio, per un istante sperò di incrociare l'uomo che aveva conosciuto prima, o magari trovarlo ancora in balcone.
Parlare con lui era stato piacevole; non si erano dette grandi cose, ma almeno era riuscita ad essere diretta, sincera, cosa che non trovava proprio spontanea; doveva piuttosto "sforzarsi" e per questo usava esserlo solo in caso di necessità o serietà. Inoltre con lui non aveva provato quel disagio che invece con i suoi nuovi colleghi sembrava essere abituale. Sapeva che ogni cosa che diceva, faceva di lei un "bersaglio" di un immediato profilo psicologico.
Pareva che con loro non potesse avere una normale conversazione senza essere subito mal giudicata.
Camminava lentamente, non aveva fretta; aveva scelto di percorrere il corridoio apposta, in modo di avere tutto il tempo per pensare, senza sentirsi in dovere di parlare con qualcuno o rispondere a qualche stupida domanda.
Camminava, guardandosi ogni tanto i piedi mentre si muovevano, facendo rumore sul pavimento. Non udiva nessun altro suono...
Ad un tratto si fermò. Quel che vide, non era l'uomo che aveva conosciuto in balcone, no.
Non aveva nessuno di fronte, ma qualcuno era chiaramente seduto per terra alla sua sinistra.
Non ebbe l'istinto di alzare la testa e voltarsi a guardare. Rimase col capo chino sul pavimento pensando a chi poteva essere.
Solo in unsecondo momento girò di lato la testa.
Qualcosa aveva fatto scattare in lei una sorta di allarme, visibile anche dall'espressione dei suoi occhi.
" TOBIAS RENDALL!" disse, anzi urlò, tra se e se. Ma poi si corresse.
" O meglio...
l'agente Rendall!!" pensò quasi innervosita, ricordandosi a come le aveva praticamente imposto di chiamarlo.
No... senza il
praticamente ...
Solo allora si ricompose e si ritrovò di fronte a Rendall.
Ovviamente la cosa che fece istintivamente fu quella di girarsi subito ed andarsene.
Però fece solo qualche passo. Un paio forse.
Non aveva voglia; neanche la più minima delle intenzioni di scambiare anche solo un'altra parola con lui.
Prima ci aveva provato, e le era bastato. "Per il resto della vita"; fu quello che aveva pensato da quando l'avevano trascinata via da quel tavolo.
Ma di una cosa era certa. Avrebbe chiuso definitivamente con lui. Ancora prima di cominciare.
Voleva che gli fossero chiare delle cose. E le avrebbe chiarite subito, anche se quella discussione sarebbe stata terribile per entrambi.
Quella più dura alla quale si sarebbero imbattuti.
Letale forse, se le parole avessero potuto disintegrare una persona.
Sicuramente avrebbero subito delle conseguenze.
Uno sforzo emotivo impensabile, quasi insostenibile. Devastante...
In questo caso, avrebbe fatto uno sforzo. E che sforzo!
Tornò indietro decisa, decisa ad affrontarlo.
A parole s'intende...!
...si lo so. Ne ho fatta una cosa a dir poco drammatica e tragica!!!!!!